Hard disk M.2

 

hard disk m2

 

Cosa sono gli Hard disk SSD M.2

In precedenza noto come “Next Generation Form Factor” (NGFF) il modello M.2 determina le particolarità per le expansion card interne ed anche connettori associati del formato.
La finalità era quella di sostituire lo standard famoso mSATA, particolarmente utilizzato su mobile.
Scopriamo difatti l’oppotunità di integrare numerose funzioni come Bluetooth, Wifi, radio digitale, NFC ed inoltre i più interessanti SSD.
La transizione ad M.2 garantisce uno spazio minore occupato, tramite dimensioni più lunghe e l’oppurtunità di popolamento in tutti e due i lati del PCB, aggregando una maggiore flessibilità alle specifiche.
Le varianti periferiche M.2 si distinguono in module keys, una lettera in pratica, che individua la forma fisica del connettore e le eventuali interfacce utilizzabili.
In merito agli SSD M.2, le rilevanti key sono B e M, potremmo quindi imbatterci in varianti A ed E, queste però sono più utilizzate per funzioni come Bluetooth, Wifi ed ulteriori caratteristiche rilevanti nei dispositivi mobile.
Per quanto riguarda le key che ci interessano si differenziano nelle linee PCI, invece per i modelli B ci sono a PCI x2, quelli M arrivano a PCIx4, l’alternativa ideale per avere il massimo della performance in slot M.2.

 

Le varie tipologie degli hard disk SSD M2 e l’M.2 NVME

Gli SSd M.2 hanno la capacità di usare configurazioni differenti di linee PCTe, possono essere anche solo SATA.
L’ultima citata è un opzione poco ideale dato che avrà, certamente i soliti suoi limiti degli SSD da 2.5 SATA, per cui è nato lo standard M.2.
Detto ciò vediamo la logica dell’interfaccia con cui si approcciano gli SSD M2.
Tali dispositivi reggono il conosciutissimo “Avanced Host Controller Interface” (AHCI) per garantire la retrocompatibilità sotto il punto di vista software con dispositivi SATA oltre sistemi operativi legacy, inoltre la più avanzata interfaccia logica nota come “Non-Volatile Memory Express” (NVMe) creata per ricavare il massimo delle capacità dei dispositivi PCIe.

Vediamo quindi, tenendo in considerazione le citate informazioni, le tre possibili configurazioni.

Legacy SATA

Gli SSD SATA sfruttano di meno il driver AHCI e il SATA 3.0 per
collegarsi con la connetività M.2.

PCI Express utilizzando AHCISi tratta di SSD M.2 PCI Express che adoperano il driver AHCI ed anche le linee PCIe di cui sono provviste.

Tale combinazione apporta la retrocompatibilità dell’approvato SATA ad un costo di una prestazione non ottimale, causata dall’uso di AHCI per accedere agli SSD PCie.
La connessione AHCI è stata creata con il legame di questi ultimi citati.

PCI Express utilizzando NVMe

Per finire abbiamo gli SSD M.2 PCI Express che sfruttano le linee PCIe fornite ed il driver NVMe, in specie creato per stare al passo con l’evoluzione rapida delle memorie flash. Quindi si tratta della migliore configurazione, dato che è realizzato intorno alla latenza bassa e alla corrispondenza dei nuovi SSD.

Essendo una nuova tecnologia sarà necessario un maggiore supporto da parte di OS e schede madri e probabilmente darà assai più seccature ma ciò non sconforterà i più pretenziosi power user.

Sarà così più facile orientarsi nella scelta dei prodotti dato che gli standard si stanno realmente concretizzando mentre il supporto agli SSD NVMe crescono.
Al momento resta necessario essere in grado di leggere dietro numeri e acronimi, ma ci aspettiamo che tali risorse siano un punto di riferimento valido per gli SSD M.2.

I prezzi degli SSD M.2 sono diventati accessibili

Il miglioramento dell’interfaccia SATA e mSATA è fondamentale per varcare i limiti di banda imposti. I dischi SSD M.2 costituiscono la svolta, raddoppiando la banda disponibile. Vediamo un cambiamento che fecero anche le schede video anni fa per dare maggiore sfogo alle sovrabbondanti prestazioni degli ultimi chip grafici, doveva avvenire un radicale maggiore cambiamento nel bus che le ospitava.
Con lo storage quindi, sta accadendo proprio questo: tali dischi gli SSD sono così tanto veloci che l’ormai remoto bus SATA ha subito dimostrato di non essere più efficiente per esprimere nel migliore dei modi i nuovissimi drive M.2.

Per le tecnologie giovani, come spesso accade, l’impego di una somma di denaro per gli “early adopter” è considerevole, ma se si desiderano prestazioni in livello molto più alto è questa la via giusta. Almeno finché il futuro standard SATA Express non si sarà affermato del tutto, ciò significa che a breve, se non subito la richiesta sarà talmente alta da paragonare i prezzo quasi se non del tutto al pari tra il vecchio ed il nuovo.